Antitruffa

Perché devi evitare agenzie funebri aperte in luoghi improbabili e che si promuovono con slogan idioti

il miglior servizio al miglior prezzo

“Il miglior servizio al miglior prezzo” è morto. Se vuoi evitare di finire nelle mani sbagliate, in questo articolo scoprirai il perché.

“Voi non avete mai crisi!”

Quante volte ho sentito dire questa frase! Qualche volta come battuta, con senso quasi di disprezzo.

Disprezzo che un po’ capisco, visti i modi poco onesti con cui molti impresari di onoranze funebri si sono arricchiti (e molti purtroppo continuano con questi modi deprecabili…)

Ma davvero “non c’è mai crisi” nel settore delle onoranze funebri?

In realtà il nostro ambiente, per quanto particolare, vive le stesse dinamiche sociali ed economiche di molte altre attività.

È vero che decenni fa le prime imprese funebri che offrivano questo servizio si sono arricchite; d’altronde era un lavoro che non voleva fare nessuno, socialmente mal visto e oggetto di scherno, eseguito da persone spesso con lo stomaco forte ma con pochi scrupoli, in un contesto di crescita economica e di fiducia nel futuro, in cui le famiglie sentivano di poter spendere tranquillamente cifre importanti per commemorare i propri cari.

Peccato che i prodotti offerti fossero veramente di alto livello (casse, lapidi e tombe), mentre il servizio funebre, l’assistenza alle famiglie, l’organizzazione e lo svolgimento della cerimonia, spesso erano davvero scadenti.

Gli ambienti non erano particolarmente curati (molti impresari accoglievano le persone direttamente nella propria casa), il personale era formato da pensionati del paese spesso senza divisa, le auto-funebri venivano sostituite ogni 10/15 anni.

Insomma, l’investimento dell’impresario era davvero minimo; spesso in una determinata zona c’era una sola impresa funebre, a cui importava poco migliorarsi e nessuno si sognava di metterla in discussione.

Quando c’era bisogno di un funerale si andava lì. Punto.

Oggi la situazione è molto cambiata.

Giuseppe Bellachioma, nella rivista di settore OLTRE Magazine, scrive:

“Detto in maniera semplice e diretta, oggi fare impresa funebre significa posizionarsi in un mercato circoscritto e rigido le cui minacce ci provengono essenzialmente da elementi come:

  • concorrenza perfetta (quasi 6000 imprese funebri autorizzate);concorrenza imperfetta (aziende pubbliche e municipalizzate), nonché onlus e associazioni no profit (misericordie);
  • concorrenza potenziale (nuove imprese e multinazionali estere);
  • cremazione (in continuo aumento anche per indisponibilità ed elevato costo dei loculi);
  • redditi familiari ridotti (e, quindi, minore propensione alla spesa);
  • barriere di ingresso nulle o, quanto meno, inadatte;

A tutto ciò si aggiungono limiti gestionali settoriali caratterizzati dalla tipologia ricorrente di impresa funebre tipo, e cioè piccola impresa, spesso di tipo familiare, con struttura minima, scarsa propensione ad innovare e ad investire, limitata etica professionale.

Di certo se un imprenditore decidesse oggi di fare business in questo segmento di mercato, senza avere bene analizzato il mercato stesso nelle sue molteplici componenti e senza aver programmato le azioni da svolgere, correrebbe gravi rischi, di gran lunga superiori alle opportunità e legati essenzialmente al fatto che il servizio o i prodotti offerti non soddisfino la clientela, che il prezzo destinato al consumatore sia non remunerativo dei fattori produttivi immessi, che l’impegno finanziario necessario per dotarsi di una struttura minima venga sottovalutato, creando problemi di liquidità soprattutto nella fase più delicata, quella dell’avviamento e della conquista di quote di mercato.

L’impegno finanziario per implementare una impresa di onoranze funebri può rappresentare, vuoi per l’elevato costo delle auto funebri, vuoi per l’onerosità dei prodotti e dei servizi offerti (cofani, accessori, arredi funebri, prodotti informatici e quant’altro necessario), vuoi per il dotarsi di locali idonei a fare impresa funebre, un punto di forza o di debolezza, a seconda della capacità aziendale, soprattutto nel breve periodo, di conseguire tempestivamente profitti cioè di eseguire, già dal primo anno di gestione, un numero sufficiente di servizi il cui reddito sia tale da avere un flusso di cassa costante e disponibile (cash flow operativo) che ci permetta di remunerare pro quota i fattori produttivi utilizzati.”

Ormai, non solo nelle città, ma in ogni paese di provincia c’è un sovraffollamento di varie attività: agenzie immobiliari, estetiste, parrucchiere, bar, avvocati…

In poche parole le imprese funebri vivono la stessa situazione di tante altre realtà commerciali, che 50 anni fa si arricchivano facilmente, mentre ora non riescono a far fronte ai cambiamenti socioeconomici avvenuti recentemente (centri commerciali, e-commerce, globalizzazione, ecc)

Ad esempio conosco una famiglia che in un paese di provincia aveva aperto negli anni ‘60 un negozio di scarpe e che grazie a questo negozio hanno sistemato 3 figli (ad uno dei quali hanno comprato una farmacia) e si sono comprati una villa con piscina in una costosa località turistica.

Certamente sono stati molto bravi, ma oggi come oggi è impensabile prosperare così tanto e così a lungo con un’attività del genere in un contesto così limitato.

Nell’aprire oggi un negozio di scarpe in un paese di provincia vedo onestamente più rischi che opportunità.

Nel nostro ambiente non è poi così diverso.

Quindi chi pensa che:

  • le imprese funebri non avranno mai crisi;
  • che basta aprire un ufficio e affidarsi ad un centro servizi per noleggiare mezzi e personale per far concorrenza alle imprese già affermate;
  • che basta offrire un servizio simile ad un prezzo più basso degli altri per avere successo;

è semplicemente uno sprovveduto, che farà solo debiti e danni.

Porto alcuni esempi:

  • Este 16500 abitanti, 4 imprese funebri
  • Conselve 10000 abitanti, 3 imprese funebri
  • Cavarzere 14000 abitanti, 5 imprese funebri
  • Occhiobello 12000 abitanti, 4 imprese funebri

E tutto sommato parliamo di paesi dove le imprese sono sicuramente troppe, ma almeno da un punto di vista demografico hanno un numero discreto di abitanti.

Purtroppo ci sono situazioni molto peggiori! Ormai vedo aprire imprese funebri in paesi o frazioni con meno di 1000 abitanti, con la brillante idea che “siccome lì ci sono solo io magari qualche funerale riesco a farlo”.

Purtroppo la matematica non è un’opinione: la mortalità è normalmente l’1% della popolazione su base annua. Significa che su 1000 abitanti ci saranno mediamente una decina di decessi all’anno.

Quindi per avere un minimo di guadagno bisognerebbe riuscire ad ottenere l’incarico per svolgere tutti e 10 questi funerali e che fossero tutti funerali di lusso: praticamente impossibile.

Quindi chi apre un’impresa funebre in un contesto del genere semplicemente NON SA QUELLO CHE FA.

È semplicemente una scelta dettata dalla disperazione.

Ad esempio ho osservato in questi mesi l’avventura (non saprei come altro definirla) di un’impresa funebre aperta da persone che non sapevano nulla di onoranze funebri, in un paese di nemmeno 2000 abitanti dove c’era già una filiale di una grossa impresa della zona.

Se avessero preso carta e penna e avessero fatto due conti, avrebbero capito che a livello economico anche se avessero ottenuto l’incarico per svolgere TUTTI i funerali del paese, una volta coperte le spese sarebbe rimasto ben poco.

Ma aldilà dell’incapacità di fare bene i conti, la parte tragicomica della storia è la risposta alla domanda (che forse non si sono nemmeno posti) “perché le persone che si sono sempre rivolte all’impresa storica del posto e che si sono trovate bene, dovrebbero nel momento del bisogno affidarsi a dei novizi senza esperienza?

 Per risparmiare forse qualche centinaio di euro?

Nel loro sito avevano scritto “il miglior servizio al miglior prezzo”

Bene, l’azienda dopo nemmeno un anno ha chiuso i battenti, senza aver svolto nemmeno un funerale.

Il miglior servizio al miglior prezzo è morto.

Non c’è da stupirsi: non poteva essere diversamente!

Come fai a dire che il tuo servizio è migliore degli altri se non ne hai svolto nemmeno uno?

E migliore di chi?

Ad esempio non avrebbe mai potuto essere migliore del mio, semplicemente perché qualora avessero avuto l’incarico di svolgere un funerale, si sarebbero appoggiati ad un centro servizi, che offre lo stesso servizio a tutti quelli che lo richiedono e che non è per niente più curato e meglio organizzato del mio.

E per miglior prezzo cosa intendevano? Più basso degli altri?

Visto che si sarebbero appoggiati ad un centro servizi e che il centro servizi non regala nulla a nessuno, non credo che il prezzo potesse essere così competitivo.

Il gioco è lo stesso che ho già raccontato qui , cioè “chi rivende al prezzo più basso il pacchetto del centro servizi”

Incontro ogni giorno persone che stanno vivendo un lutto, posso dirti che è un’esperienza molto dura, che ti prosciuga le energie.

Magari proprio perché mancano le forze e la lucidità per informarsi ci si affida al primo che capita o che viene in mente.

Si rischia così di affidarsi ad uno sprovveduto come quelli di cui ti ho appena parlato, che apre agenzie in giro per disperazione e che tenta di fare quello che fanno gli altri ad un prezzo più basso, sperando che questa sia una strategia vincente.

A mente serena, dimmi la verità: quando ti vogliono raccontare che “questo smartphone è come l’iPhone, ma costa meno” o che “quest’auto è come la BMW, ma costa meno” o che “quest’orologio è come il Rolex, ma costa meno”, non lo trovi ridicolo?

Purtroppo nel nostro ambiente c’è ben poco da ridere.

Ci troviamo spesso di fronte a slogan idioti del tipo:

“Servizi economici e di lusso” (è semplicemente impossibile con la stessa struttura soddisfare esigenze così distanti. Può lo stesso ristorante offrire un menù degustazione gourmet da 2 stelle

Michelin e fare anche il menù fisso a 12 euro?)

“Servizi completi” (onestamente non riesco ad immaginare un servizio incompleto)

“Trasporti nazionali e internazionali, cremazioni, tombe, lapidi, fiori, estumulazioni, tumulazioni, urne cinerarie, necrologi, mausolei, tanatoestetica, cappelle gentilizie, pratiche comunali e

cimiteriali, preventivi gratuiti, discrezione e cortesia” (e chi più ne ha più ne metta. Siamo d’accordo che uno non può fare bene tutte queste cose?)

“Qualità al giusto prezzo” (qualità… di cosa? E quale sarebbe il giusto prezzo?)

il miglior servizio al miglior prezzo

Questi non solo non sanno quello che fanno, non sanno neppure quello che dicono…

Ora, onestamente, se ci tieni a commemorare in modo decoroso un tuo caro, contando che avrai una sola possibilità per donargli un degno ultimo saluto, ti assumeresti il rischio di metterti nelle

mani di personaggi del genere?

Gli stessi personaggi che dopo aver mal servito qualche malcapitato e aver fatto debiti e danni, improvvisamente chiudono i battenti dando la colpa alla crisi invece che alla loro incapacità.

Non è colpa della crisi, è che “il miglior servizio al giusto prezzo” può solo fare una brutta fine…

Quindi, quando vedi agenzie in paesi piccoli e dispersi, o agenzie con prezzi troppo bassi o con slogan senza senso, ti consiglio di evitarle: spesso scelte così disperate sono sintomo di incapacità

professionale ed economica.

Spero di averti dato ancora una volta informazioni utili.

È molto spiacevole subire la perdita di un caro, per questo cerco di evitarti esperienze ancora più spiacevoli con le imprese funebri.

Ti saluto, a presto.

Andrea

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