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    Come una pizza mi ha fatto decidere di svolgere meno servizi funebri per garantirne l’eccellenza.

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    Storia di una pizza che mi è andata di traverso e di come quel sabato sera mi è servito per fare una scelta coraggiosa ma necessaria. 

    Caro amico,

    So che sei molto impegnato e quindi non ti rubo troppo tempo.

    Ma oggi voglio proprio raccontarti questo episodio che mi è successo perché sono convinto che potrà esserti molto utile, anche per capire come gestisco la mia impresa.

    Un mio amico, un pizzaiolo molto esperto, qualche tempo fa ha aperto una pizzeria a Rovigo.

    Appena l’ho incontrato ovviamente lui, un po’ piccato ma in modo scherzoso, mi ha chiesto “come mai non sei ancora venuto a mangiare da me?”

    Ed effettivamente ho risposto che ero un pessimo amico e che aveva ragione, ma davvero non avevo ancora trovato l’occasione.

    Colgo però la palla al balzo e gli dico di tenermi un tavolo per il sabato sera successivo.

    Arriva il fatidico sabato sera e io giungo al locale con la mia compagna…

    La pizzeria? Strapiena di clienti.

    Per carità, io ero anche contento che il mio amico lavorasse tanto.

    Se non fosse per il fatto che ci hanno dato un tavolo disperso in fondo alla sala, stretto e incastrato in mezzo agli altri tavoli.

    Eravamo così infognati in fondo alla sala che la cameriera riusciva a malapena a raggiungerci.

    Insomma, morale della favola: aspettiamo un sacco di tempo per ordinare.

    Aspettiamo un sacco di tempo per RICEVERE le pizze al tavolo, dopo aver ordinato. Ora, non saprei dirti quanto tempo di preciso, ma decisamente più del normale tempo di attesa per essere serviti.

    Ci hanno portato le pizze, ma al tavolo non avevamo ancora avuto le bevande: ce le hanno portate dopo un bel po’, facendo le acrobazie.

    Per chiedere una bustina di maionese ci siamo sbracciati mezzora.

    Infine, per alzarci e andarcene abbiamo scavalcato altri due tavoli.

    Il bello è che la pizza era davvero ottima.

    Il servizio invece, era disastroso. Quasi inesistente. E me l’hanno fatta andare di traverso quella pizza.

    A fine serata non avevo in mente quanto buona era la pizza, ma quanto male ci eravamo trovati. Capisci?

    La socia del mio amico si è scusata dicendo “sai com’è al sabato sera… è tutto pieno…”

    Io per amicizia ho fatto finta di nulla, ma dentro di me ho pensato questo: “sei stata ingorda, hai preso più prenotazioni di quelle che potevi gestire, sarebbe stato molto meglio fare 50 coperti serviti e riveriti invece che 70 insoddisfatti”

    Ora, io non ho parlato male di loro in giro per amicizia.

    Ma non credo che ce ne sarà bisogno, se continuano così.

    Di certo il trattamento ricevuto quella sera non sarà stato riservato solo a me, ma a qualsiasi altro cliente.

    E qualsiasi altra persona, dopo una serataccia del genere torna a casa che non vede l’ora di sotterrarti.

    Però devo ringraziarli perché mi ha ricordato una lezione molto importante e che oggi voglio ricordare anche a te che leggi.

    È molto meglio gestire bene una quantità adeguata di lavoro e gestirlo al meglio che accettarne troppo e scontentare anche solo un cliente.

    Un solo cliente scontento purtroppo ne vale come cento, perché la recensione negativa viene ricordata molto più facilmente di quella positiva.

    Sicchè, già dal lunedì dopo quel week end mi sono messo a ragionare su come applicare bene questo principio alla mia, di impresa.

    E così ho iniziato a pensare: di che cosa ho bisogno per offrire SEMPRE queste tre cose?

     

    • cerimonie impeccabili;
    • uffici aperti per qualsiasi eventualità;
    • personale sempre disponibile per interventi in abitazione o in caso di incidente;

     

    Posso fortunatamente contare su aziende serie e preparate che all’occorrenza possono aiutarmi (parlerò di quali criteri uso per scegliere questi partner e del motivo per cui posso contare sui migliori in un altro post), ma lo stesso ho preferito stabilire che ad oggi, per la mia struttura, è bene svolgere contemporaneamente al massimo due cerimonie.

    Naturalmente spero di continuare a far crescere la mia azienda e a la sua struttura e di arrivare col tempo a poter gestire al meglio 3 o più funerali contemporaneamente.

    Ma ATTUALMENTE, se ho già 2 funerali in programma per quella mattina o quel pomeriggio e mi viene chiesto di farne un terzo, semplicemente rispondo che non posso farlo.

    Per la famiglia è importante che sia la nostra azienda ad occuparsi di tutto.
    Chi lavora con noi capirà la serietà del nostro gesto e concorderà con noi un momento diverso in cui svolgere la funzione.

    Se invece per la famiglia è importante fare il funerale quel giorno e a quell’ora ed è indifferente chi sarà ad occuparsene, allora è giusto che scelgano un’altra impresa.

    Giustamente ognuno ha le sue priorità.

    Io ho quella di accontentare le persone che mi scelgono e offrire il supporto massimo in mio potere per far sì che tutto vada per il verso giusto.

    Io preferisco essere chiaro ed onesto: se per i congiunti è importante “quando” si fa il funerale e non il come, probabilmente tutte le cose che mi distinguono dalle altre imprese non verranno viste o apprezzate, rischio solo di offrire qualità e servizio impeccabile a chi non lo vuole o non ne capisce il valore.

    Voglio dirti anche che pochissimi ragionano come me: la tendenza generale è di fare tutto per tutti, a tutti i costi e “in qualche modo farò”, mentre io preferisco garantire il massimo per i servizi in cui sono specializzato.
    Senza cercare di mettere le pezze su ciò che non posso garantire.

     

    Perché cercare di fare più servizi abbassando la qualità?

     

    Ho visto ditte, strutturate per gestire bene al massimo due o tre servizi, organizzarne cinque per la stessa mattinata.

    E sinceramente, vuoi che ti dica la mia? Lo trovo ingiusto e irrispettoso nei confronti delle famiglie.

    Perché?
    Innanzitutto perché significa delegare il proprio lavoro ad altre ditte senza averne il controllo.

    Come ho scritto in precedenza, anch’io a volte mi avvalgo dell’aiuto di altri impresari.

    Che però ho selezionato per essere SICURO CHE SIANO AFFIDABILI E PROFESSIONALI (e ben pochi hanno le caratteristiche per poter lavorare con me) e in ogni caso questo aiuto viene sempre attentamente supervisionato.

    Ma se quel giorno devi fare tre servizi in più rispetto a quello che puoi permetterti, avrai bisogno di MOLTO aiuto.

    Quindi ti affidi al primo che trovi, basta che sia disponibile, e vuol dire anche che non riuscirai a controllare bene il suo lavoro.

    Riassumendo: chi si comporta così delega TOTALMENTE un proprio funerale al primo impresario che capita SPERANDO che non faccia danni.

    L’ho scritto tante volte, ci sono aziende e aziende, stai molto attento a chi ti affidi, scegli in maniera consapevole in base alle tue esigenze e alle tue priorità.

    Purtroppo prima o poi tutti ci troveremo a dover organizzare l’ultimo saluto di un nostro caro, nella vita bisogna passare anche attraverso queste dure esperienze.

    Ricorda che avrai una sola possibilità di rendere onore ad un tuo caro, non avrai certo voglia di dire “la prossima volta starò più attento a chi scelgo”.

    Arroganza ed ingordigia sono abbastanza frequenti nel nostro settore, cerca di capire se per l’impresa è importante onorare il defunto nel migliore dei modi, curando ogni aspetto e rispettando il momento difficile che stanno vivendo i famigliari, oppure se per loro sono importanti solo i soldi che incasseranno.

    Spero ancora una volta di averti dato informazioni utili

    Se vuoi dirmi la tua opinione o raccontarmi la tua esperienza, puoi scrivere qui sotto nei commenti o contattarmi in privato.

     

    A presto,

     

    Andrea

     

     

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