Antitruffa

Il terzo motivo per evitare un’impresa funebre senza dipendenti: l’incapacità di gestire casi complessi.

chi fa da sè fa per tre

Questo è il terzo articolo in cui parlo degli impresari “faccio tutto io” per risparmiare sui dipendenti, dove ti spiegherò che un’azienda di categoria superiore deve necessariamente avere dei dipendenti per essere puntuale e precisa, per avere tempo da dedicare al miglioramento continuo e per avere tempo da dedicare a situazioni burocratiche particolarmente complesse.

Negli articoli precedenti (prima parte e seconda parte) ti ho raccontato quali sono i disagi che potresti subire se ti affidi ad impresari funebri che vogliono fare tutto loro pur di non assumere e pagare dei dipendenti.

Al di là dei ritardi, degli errori e delle mancanze che chi lavora in questo modo può facilmente causare, la mancanza cronica di tempo influisce anche sul miglioramento dell’impresa.

Lo scopo principale dell’assumere ed addestrare personale è proprio quello di liberare tempo da dedicare sia alla cura e all’assistenza alle persone che ci scelgono per onorare un loro caro, sia per la crescita dell’azienda (per crescita non intendo “guadagnare di più”, intendo l’aumento continuo del valore offerto alle persone che ci scelgono, che richiede investimenti ingenti e continui in termini sia di tempo che di denaro).

Il tipo di impresario che ho descritto nel primo articolo della serie “perché un‘impresa funebre senza dipendenti”, che fa tutto lui (anzi, che fa tutto SOLO lui) perché non si fida a far guidare il carro funebre o a incassare soldi ai dipendenti, si ritrova a non avere mai tempo.

Trascura i suoi clienti e trascura la sua azienda.

Però in fin dei conti lavora lo stesso perché in quella zona è “quello storico” che si è fatto il giro negli anni in cui c’era solo lui e nel bene e nel male è diventato il punto di riferimento per le persone che si ritrovano a dover affrontare un lutto.

Spesso le alternative sono anche peggio, cioè qualche disperato che si improvvisa impresario funebre, senza arte né parte e che fa solo danni e debiti (puoi trovare diversi articoli a riguardo in questo link  oppure in quest’altro link)

In questo scenario preoccupante, la gestione dei casi particolarmente complessi diventa un’Odissea.

L’impresario “storico” ha parecchio lavoro e fa tutto lui, quindi non ha tempo per girare per uffici, fare richieste, raccogliere firme e documenti, ecc..

L’impresario improvvisato non ha né le competenze né l’esperienza per gestire casi del genere.

Per questo motivo qualche anno fa la nostra impresa, appunto perché ha assunto e formato dei dipendenti per gestire l’ordinaria amministrazione, è stata scelta per gestire un caso davvero complicato: una TUMULAZIONE PRIVILEGIATA.

Cos’è una tumulazione privilegiata?

In poche parole si tratta di autorizzare la tumulazione di una salma in una tomba che non si trova in cimitero, ma in una abitazione privata o in una Chiesa.

Ottenere questo tipo di autorizzazione è una vera tribolazione: la salma in questione era una suora, che per particolari meriti aveva ottenuto la possibilità di ottenere questo privilegio.

Per autorizzare questa tumulazione il Comune ha richiesto:

  • relazione da parte del Vaticano dove venivano testimoniati i meriti della defunta.
  • nulla osta del Vescovo alla traslazione della salma nel relativo sarcofago.
  • nulla osta del Prefetto alla traslazione della salma.
  • nulla osta dell’Ufficio Urbanistica all’uso del sarcofago.
  • nulla osta sanitario da parte dell’azienda sanitaria locale all’uso del sarcofago.
  • autorizzazione alla tumulazione privilegiata da parte del Sindaco.

Ognuna di queste autorizzazioni è stata ottenuta presentando documenti su documenti, che sono stati via via valutati dai relativi uffici.

Una volta ottenuta l’autorizzazione alla tumulazione privilegiata abbiamo potuto richiedere l’autorizzazione al trasporto al sindaco del comune dove era sepolta la defunta, visto che si trovava in un altro comune.

Sistemata la parte burocratica (mesi di uffici, udienze e documenti) abbiamo organizzato la parte tecnica.

In poche parole la salma si trovava in un sarcofago con sopra un coperchio di marmo di un peso che abbiamo stimato di circa 350 kg, all’interno di una piccola stanza in cui non era possibile usare carrelli elevatori, impalcature, carrucole o carri ponte.

Abbiamo dovuto studiare un sistema per infilare sotto a questo pesantissimo coperchio dei tubi di acciaio da usare come presa per poterlo alzare e spostare a mano.

Poi questa defunta è stata tumulata nel sarcofago definitivo, su cui è stato messo un coperchio altrettanto pesante e sempre a mano per problemi di spazio.

Non mi risulta che altri abbiano ottenuto una tumulazione privilegiata nella mia città, per me aver gestito una pratica così lunga e complessa rappresenta una grandissima soddisfazione professionale e personale, visto che chi me l’ha commissionata continua a ringraziarmi ogni volta che mi incontra.

Avere a che fare con la pubblica amministrazione richiede competenza, tempo, pazienza e molta determinazione, altrimenti “se ne parla sempre la settimana prossima”.

Mentre io mi dedicavo a portare avanti questa difficilissima operazione i nostri collaboratori svolgevano tranquillamente la normale amministrazione dell’azienda, cioè accogliere i congiunti, organizzare e svolgere i funerali, assistere e risolvere i vari problemi delle persone che si affidano a noi, ecc..

Mi sembra evidente che né l’impresario “faccio tutto io per risparmiare” né lo sprovveduto avrebbero potuto portare a termine un compito così complesso.

Un vecchio proverbio recita: “quando il mare è calmo assai, sono tutti marinai!”.

“Andrea, ho capito che siete bravi, ma io non avrò bisogno di cose così complesse!”

Certo, ti ho raccontato un caso molto raro.

Però voglio dirti che quasi nessuno si preoccupa per tempo di preparare le condizioni ideali per affrontare la scomparsa di un congiunto.

Mi spiego meglio: la morte è un argomento tabù e “fa brutto” preparare la tomba ad una persona ancora in vita.

È normale che sia così, non è una colpa, è semplicemente la nostra psicologia e la nostra società che vivono l’argomento “morte” in modo poco sereno.

Ti faccio degli esempi di situazioni frequenti che ci troviamo a dover affrontare:

  • i contratti con il Comune della tomba di famiglia sono da sistemare perché quando sono stati fatti molti anni prima l’addetto del cimitero li ha fatti “ad umma ad umma”.
  • ci sarebbero dei lavoretti da fare nella tomba perché con il tempo si è rovinata ed ora è inservibile.
  • ci sarebbero da raccogliere le firme dei parenti che hanno titolo su quella cappella gentilizia per poter usufruire di un posto all’interno.
  • ci sarebbero da raccogliere le firme degli aventi diritto perché la tomba è piena e bisognerebbe estumulare una salma per liberare un posto.
  • ci sarebbe l’agibilità da chiedere al Comune che è scaduta o non è mai stata fatta.

e altre situazioni tecniche e burocratiche che quasi nessuno sistema per tempo e tutti aspettano a risolvere quando viene a mancare un loro caro e bisogna gestirle in uno o al massimo due giorni, visto che deve essere tutto pronto per il giorno del funerale.

Capisci che in casi come questi è meglio avere dalla tua parte una persona che ha esperienza e competenza e soprattutto tempo da dedicare a raccogliere firme, a farsi fare autorizzazioni, a presentare documenti ecc…

E gli impresari che non hanno tempo o esperienza per gestire questi casi, come se la cavano?

È molto semplice: con una bugia.

Dicono che non si può fare, che è impossibile risolvere una situazione del genere in così poco tempo, che è colpa tua che dovevi pensarci prima.

Così oltre ad affrontare un lutto ti ritroverai a dover gestire anche il senso di colpa.

Come se stessimo parlando di un rubinetto che perde o di una spia accesa dell’automobile, quando noi che lavoriamo quotidianamente in questo settore sappiamo benissimo che la pretesa che “uno ci pensi prima” quando parliamo della morte di una persona è assolutamente assurda e contraria alla psicologia umana.

E dopo magari parlerai con un impresario serio ed onesto e questo ti dirà che invece si poteva sistemare la questione in tempo utile per il funerale, e così ti sentirai anche umiliato e preso in giro.

Purtroppo sono situazioni che ho vissuto in prima persona.

Quando faccio una nuova conoscenza, capita che questa persone quando ha un po’ di confidenza mi chiede un parere su episodi come questi, cioè che quando è venuto a mancare un suo caro c’era l’esigenza di sistemare questioni tecniche o burocratiche relative alla tomba o al posto in cimitero e l’impresario a cui si era rivolto ha raccontato che non si poteva fare.

La mia risposta, una volta capita bene la situazione, è sempre la stessa: “io non so e non voglio neppure sapere a che impresa ti sei rivolto, ma ti posso assicurare che ho gestito personalmente e portato a buon fine situazioni più complesse e in tempi più ristretti di quella che mi stai raccontando tu, quindi è evidente che per pigrizia, per mancanza di tempo o di competenze, l’impresa a cui ti sei rivolto ha preferito dirti una bugia piuttosto che darsi da fare e risolvere il problema.”

Tanto a farne le spese ancora una volta sono le volontà del defunto e dei suoi familiari.

Per questo, non mi stancherò mai di ripeterlo, è importante scegliere bene a chi ti affidi.

Ricordati che hai una grossa responsabilità nei confronti sia del defunto, perché è importante onorarlo e celebrarne il ricordo, sia nei confronti di chi ce l’ha a cuore.

È stato dimostrato da studi psicologici che una cattiva gestione dell’organizzazione delle esequie e della sepoltura ha ripercussioni rilevanti sull’elaborazione del lutto, che rischia di diventare più lunga e dolorosa, oltre che inquinata da sentimenti negativi, come la delusione, la rabbia, il senso di colpa e la frustrazione nel non poter rispettare la volontà del defunto e dei suoi congiunti.

Dal canto mio, ogni volta che scrivendo un articolo in questo blog riuscirò a convincere qualcuno a scegliere un’azienda professionalmente preparata e ben organizzata come la nostra, so che avrò fatto sicuramente del bene a questa persona e avrò fatto un ulteriore piccolo passo nel portare avanti la mia missione.

Quindi, prima di affidarti al primo che capita, che quando va bene lavora in modo mediocre e superficiale e quando va male è un vero e proprio truffatore, DEVI informarti bene e non aver paura di chiedere quante persone lavorano in quell’azienda e in che ruolo.

Fatti mostrare l’organigramma, la licenza e la visura camerale.

Se capisci che questi lavorano senza dipendenti e usando quattro pensionati a chiamata solo per i funerali, se capisci che non hanno una struttura, mezzi e personale proprio ma li noleggiano o se li fanno prestare, è un tuo diritto alzarti ed andare da un‘impresa meglio organizzata.

Se invece credi che non cambi nulla e vuoi affidarti lo stesso ad un’impresa così poco strutturata, in questo blog trovi raccontati tutti i rischi che devi essere disposto ad assumerti.

Io ti ho avvertito…

Dimmi cosa ne pensi nei commenti o in privato su info@ciprianileonoranze.com

A presto

Andrea

P.S. Non dimenticare di richiedere GRATUITAMENTE la Guida della Adempienze post decesso, la guida che Cipriani “Le Onoranze” mette a tua disposizione rappresenta uno strumento utile per avere una visione d’insieme di tutte le possibili casistiche che si possono presentare dopo la scomparsa di un familiare.

 

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2 Comments

  • Reply
    Antonio
    10 Giugno 2018 at 11:07

    vorrei sapere per curiosità quanti funerali all’anno. Di sicuro spiegherebbe il perché dei dipendenti, e di sicuro spiegherebbe perché secondo voi chi fa 10 funerali all’anno debba chiudere chiaramente a vantaggio di quelli come voi

    • Reply
      Andrea Cavallaro
      10 Giugno 2018 at 16:48

      La mia azienda organizza qualche centinaio di servizi l’anno, ma è una nostra scelta assumere dipendenti full time, responsabilizzarli, coinvolgerli nel nostro progetto, pretendere da loro miglioramento continuo e alti standard. Naturalmente hanno un costo diverso dal pensionato a chiamata…
      Ci sono aziende che fanno più funerali della mia e però hanno tutti i portantini a chiamata, con le conseguenze che spiego in questi articoli: impossibilità di formarli, nessuna delega, mancanza di tempo da parte dell’imprenditore per migliorare la propria azienda ecc
      Chi fa 10 funerali all’anno dovrebbe chiudere non certo per avvantaggiare me, ma per fare un bene a stesso, è una semplice questione matematica: con così pochi servizi non paghi nemmeno le spese, fai solo debiti (e spesso anche danni).
      Ti faccio un esempio molto semplice non per vantarmi, ma per farti capire che è una questione di numeri: posso permettermi di regalare ad ogni mio cliente e ad ognuno che me la richiede la Guida alle Adempienze Burocratiche Post Decesso perché ne faccio stampare 500 copie alla volta, in questo modo mi costa qualche euro ogni libretto. Con 10 servizi non puoi permetterti nemmeno di mandarne in stampa 100, perché ti costerebbero molto di più ogni singola copia e perché le ammortizzeresti in 10 anni.
      Idem per i libretti delle firme e per un sacco di altre cose di alto livello che la mia azienda può permettersi di dare in omaggio.
      Quindi, a meno che tu non abbia un’idea differenziante forte nei confronti dei concorrenti della tua zona, che ti permetta di risolvere un problema specifico o di soddisfare un bisogno specifico di un target specifico abbastanza rilevante per farti prosperare, e che tu abbia denaro (tuo o di un investitore) a sufficienza per promuovere questa idea differenziante e migliorarla costantemente nel lungo termine, con 10 funerali all’anno è meglio che chiudi, te lo sto dicendo veramente col cuore.

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